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lunedì 2 gennaio 2012

Finanza funzionale e debito pubblico (parte prima)

Di seguito pubblico la prima parte della traduzione dello scritto di Abba P. Lerner del 1943 dal titolo "Functional Finance and the Federal Debt". Sicuramente uno degli scritti fondamentali per capire la Teoria Monetaria Moderna. La traduzione non è stata rivista per questioni di tempo, quindi il vostro contributo per una sua correzione è fondamentale. Seguiranno le parti successive appena pronte.
 

Finanza funzionale e debito pubblico (Abba P. Lerner)

Oltre alla necessità di vincere la guerra, oggi per la società non esiste priorità più importante che l'eliminazione dell'insicurezza sociale. Se noi falliremo in questo, dopo la guerra il presente pericolo per la civilizzazione democratica sorgerà nuovamente. E' quindi fondamentale confrontarsi con questo problema anche se ciò implica ragionamenti meticolosi ed anche se le conclusioni si rivelassero, almeno in parte, contrarie alle nostre convinzioni.
Negli ultimi anni le regole in base alle quali un'azione appropriata del governo può assicurare la prosperità sono state adeguatamente sviluppate, ma i loro fautori non ne hanno compreso a fondo le implicazioni logiche e si sono preoccupati in maniera eccessiva di evitare al pubblico il necessario esercizio mentale necessario alla loro comprensione. Questo ha avuto un effetto controproducente. Molti uomini pubblici che hanno sperimentato nella realtà gli effetti positivi del disavanzo di bilancio si oppongono però al mantenimento permanente della prosperità perchè a causa della loro incapacità di capire l'esatto funzionamento di questo meccanismo sono facilmente spaventati dai fantasiosi racconti sulle sue terribili conseguenze.

I.
Così come formulata da Alvin Hansen ed altri che l'hanno sviluppata e divulgata, la nuova teoria fiscale (che fu inizialmente proposta in forma sostanzialmente completa da J.M.Keynes in Inghilterra) suona leggermente poco originale e bizzarra alle nostre orecchie precondizionate che non quando viene presentata nella sua forma più semplice e logica, formulando espressamente tutte le implicazioni non ortodosse. In alcuni casi una formulazione meno traumatica potrebbe essere intenzionale, una tattica per guadagnare una seria attenzione. In altri casi non è dovuta al desiderio di indorare la pillola ma al fatto che gli autori stessi non si sono resi conto di tutte le implicazioni non ortodosse, forse come conseguenza di un compromesso subconscio con la loro stessa educazione di tipo ortodosso. Ma al momento sono questi compromessi che sono sotto attacco. Ora più che mai è quindi il momento di porre il teorema nella sua forma più pura. Solo così sarà possibile sgombrare il campo da obiezioni che in realtà riguardano difficoltà che appaiono soltanto se la nuova teoria viene costretta nella struttura teoretica vecchia.
Fondamentalmente la nuova teoria, come quasi tutte le scoperte importanti, è estremamente semplice. Nonostante ciò è proprio questa semplicità che induce il pubblico ad essere diffidente. Addirittura professori eruditi che hanno difficoltà ad abbandonare modi di pensare radicati l'hanno definita "semplicemente logica" in quanto non hanno rilevato nessuna contraddizione. Il progresso che la teoria ha avuto fin qui è stato raggiunto non semplificandola ma rendendola più complicata e presentandola insieme a statistiche di grande effetto ancorchè irrilevanti.
L'idea centrale è che la politica fiscale del governo, la sua spesa e le sue tasse, i suoi debiti ed i suoi rimborsi di prestiti, l'emissione di nuova moneta ed il ritiro della stessa, dovrebbe essere adottata prendendo in considerazione esclusivamente i risultati di queste azioni sull'economia e non una qualsiasi dottrina tradizionale prestabilita su ciò che è solido e ciò che è malsano. Il principio di giudicare solo dagli effetti è stato applicato in molti altri campi dell'attività umana, dov'è conosciuto come il metodo scientifico in opposizione allo scolasticismo. Il principio di giudicare le misure fiscali in base agli effetti che producono nell'economia potremmo chiamarlo Finanza Funzionale.
La prima responsabilità finanziaria del governo (siccome nessun altro può assumersi questa responsabilità) è mantenere il tasso di spesa di un paese in beni e servizi nè maggiore nè minore del tasso col quale ai prezzi correnti acquisterebbe tutti i beni che è possibile produrre. Nel caso la spesa totale superi questo tasso ci sarebbe inflazione, se invece fosse inferiore ci sarebbe disoccupazione. Il governo può aumentare la spesa totale aumentando la spesa stessa o riducendo le tasse in modo tale che i contribuenti abbiano più denaro da spendere. Può ridurre la spesa totale riducendo la spesa stessa o aumentando le tasse in modo tale che i contribuenti abbiano meno denaro da spendere. In questa maniera la spesa totale può essere mantenuta al livello richiesto, dove sarà sufficiente ad acquistare i beni che possono essere prodotti da chiunque abbia intenzione di lavorare, ma non così grande da generare inflazione richiedendo (ai prezzi correnti) più di quanto può essere prodotto.
Applicando questa prima legge delle Finanza Funzionale, il governo può trovarsi nella situazione di incassare tramite la tassazione più di quanto spenda, o di spendere più di quanto incassi. Nel primo caso può accumulare la differenza o utilizzarla per ripagare parte del debito pubblico, nel secondo caso dovrà procurarsi la differenza prendendo denaro in prestito o creando nuova moneta. In nessun caso il governo dovrebbe pensare ci sia qualcosa di buono o di male al riguardo; dovrebbe semplicemente concentrarsi nel mantenere il tasso totale di spesa nè troppo basso nè troppo alto, prevenendo così sia la disoccupazione sia l'inflazione.
Un'interessante, e per molti sconvolgente, deduzione è che le tasse non sono mai imposte semplicemente perchè il governo deve affrontare dei pagamenti in denaro. Secondo i principi della Finanza Funzionale, la tassazione deve essere giudicata solo dai suoi effetti. I suoi principali effetti sono due: il contribuente ha meno denaro a disposizione da poter spendere ed il governo ha più denaro. Il secondo effetto potrebbe essere raggiunto molto più facilmente creando nuova moneta quindi solo il primo effetto è significativo. La tassazione dovrebbe essere quindi imposta solo quando è opportuno che i contribuenti abbiano meno denaro da spendere, per esempio quando altrimenti il loro livello di spesa sarebbe tale da generare inflazione.
La seconda legge della Finanza Funzionale è che il governo dovrebbe prendere in prestito denaro solo nel caso sia opportuno che il pubblico detenga meno denaro e più titoli di stato, perchè questo è l'effetto del debito pubblico. Questo potrebbe essere opportuno quando altrimenti il tasso di interesse si ridurrebbe troppo (a causa del tentativo da parte dei possessori di denaro di prestarlo) inducendo un aumento degli investimenti che genererebbe inflazione. Per converso, il governo dovrebbe prestare denaro (o rimborsare parte del suo debito) solo se fosse opportuno aumentare il denaro in circolazione o ridurre la quantità di titoli di stato nelle mani del pubblico. Quando la tassazione, la spesa, debiti e prestiti (o rimborsi dei debiti) sono governati dai principi della Finanza Funzionale, qualsiasi eccesso di spesa rispetto alle entrate, se non può essere finanziato dall'accumulo passato, deve essere finanziato dalla creazione di nuova moneta, ed ogni eccesso di entrate rispetto alle spese può essere distrutto o accumulato.
La repulsione quasi istintiva che noi abbiamo all'idea di creare nuova moneta, e la tendenza ad identificare ciò con l'inflazione, può essere superata se noi ritroviamo un certo equilibrio nel giudizio  e verifichiamo che questa creazione di moneta non incide sull'ammontare di denaro speso. Questo è regolato dalla prima legge della Finanza Funzionale, che fa riferimento all'inflazione ed alla disoccupazione. La creazione di moneta avviene solo quando è necessaria per implementare la Finanza Funzionale spendendo o prestando denaro (o rimborsando debito pubblico).#1        
In breve, la Finanza Funzionale rifiuta completamente le dottrine tradizionali di "finanza solida" ed il principio di pareggio di bilancio nell'anno solare o in qualsiasi altro periodo di tempo arbitrario. Al loro posto prescrive: primo, la regolazione della spesa totale (di tutti gli attori economici, governo incluso) al fine di eliminare sia la disoccupazione che l'inflazione, usando la spesa pubblica quando la spesa totale è troppo bassa e la tassazione quando la spesa totale è troppo alta; secondo, la regolazione della moneta e dei titoli pubblici in circolazione, tramite l'incremento o il rimborso del debito pubblico, al fine di raggiungere il tasso di interesse necessario al mantenimento di un livello di investimenti ottimale; e, terzo, la creazione, accumulazione o distruzione di moneta necessaria per implementare le prime due parti del programma.

#1 Prendendo in prestito denaro dalle banche, a condizioni che permettano alle banche di creare nuova moneta di credito basata sull'aumento delle obbligazioni pubbliche in loro possesso, ai nostri fini deve essere condiderato come creazione di moneta. In effetti le banche agiscono in vece del governo della creazione di credito o moneta bancaria.

5 commenti:

  1. Grazie del contributo, molto interessante.
    Non mi è chiaro questo punto:

    "...mantenere il tasso di spesa di un paese in beni e servizi nè maggiore nè minore del tasso col quale ai prezzi correnti acquisterebbe tutti i beni che è possibile produrre."

    Come fa uno stato a calcolare l'insieme di beni che è possibile produrre?

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  2. Non deve calcolarlo, adotta delle politiche di spesa che intervengono automaticamente o quasi quando la spesa privata non è sufficiente.
    Secondo la teoria monetaria moderna queste politiche si spesa funzionano in maniera da bilanciare la spesa privata e mantenere un adeguato tasso di spesa

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  3. Ok, grazie. E per capire se la spesa privata è insufficiente si guarda il tasso di disoccupazione, se non ho capito male.
    Se la disoccupazione aumenta, vuol dire che la spesa totale è insufficiente, e lo stato subentra in gioco aumentando la spesa pubblica.

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  4. Aumentando la spesa pubblica attraverso dei programmi mirati a riassorbire i lavoratori ritenuti in esubero dal settore privato.
    Uno di questi programmi è quello chiamato alternativamente Job Guarantee oppure Employer of Last Resort. Se mai avrò tempo tradurrò qualcosa al riguardo anche qui in italiano. Altrimenti le fonti in inglese sono i soliti (pochi ma ultimamente abbastanza noti) blog di MMT. Il blog di Bill Mitchell è il più esaustivo al riguardo.

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  5. Grazie ancora. Sto giusto in questi giorni leggendo un po' alla volta i blog di Warren Mosler e Randall Wray.
    Ma molti termini sono ancora fuori dal mio vocabolario, e faccio fatica a capire i loro posts.
    Seguirò, a maggior ragione, le tue traduzioni molto volentieri.

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