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lunedì 13 febbraio 2012

Il fardello del debito (parte seconda)

La traduzione della seconda ed ultima parte dell'articolo di Abba P. Lerner.

E' necessario che gli economisti continuino a ripetere questo concetto fondamentale perchè è uno dei loro principali doveri mettere in guardia il pubblico dagli errori di logica. A coloro i quali vedono solamente una parte dell'economia sembra possibile prendere in prestito dal futuro in quanto tendono ad assumere che ciò che è vero per una parte dell'economia è vero per l'intera economia. E' possibile per i Rossi prendere in prestito dai Neri, l'effetto del prestito è spostare l'onere dai Rossi ai Neri nel presente, per poi spostare lo stesso onere dai Neri ai Rossi nel futuro quando il prestito verrà ripagato. Per i Rossi (e per coloro i quali vedono solamente i Rossi) la combinazione di questi due effetti  sembra uno spostamento dell'onere dal presente al futuro ovvero uno spostamento di risorse dal futuro al presente. Per i Neri, sicuramente, la transazione sembrerà avere l'effetto opposto, uno spostamento dell'onere dal futuro al presente ed uno  spostamento di risorse dal presente al futuro. Ma il prestito ed il suo rimborso non costituiscono una Macchina del Tempo. Non c'è alcuno spostamento di risorse nè di alcun onere tra periodi di tempo differenti. E' possibile per una parte dell'economia (i Rossi) spostare il proprio onere nel futuro solamente se un'altra parte dell'economia (i Neri) nel frattempo se ne fanno carico. Non è possibile per l'intera generazione presente spostare l'onere nel futuro perchè non c'e alcun Nero rimasto ad interpretare l'assistente del mago durante questa illusione.

Questo non significa che non esiste alcun modo per la generazione presente di spostare un onere sulle prossime generazioni. Il nostro concetto afferma solamente che non è possibile fare questo attraverso il debito interno. Possiamo impoverire le prossime generazioni tagliando gli investimenti (o usando o distruggendo risorse naturali) che garantirebbero un tenore di vita migliore. Esiste una connessione tra debito pubblico e l'impoverimento delle prossime generazioni. Se la piena occupazione (o qualsiasi altro livello di occupazione) è mantenuto, e se le condizioni dell'indebitamento e della classe di persone dalle quali derivano i prestiti sono tali che queste persone riducano i consumi in misura minore di quanto sarebbero stati ridotti se il denaro si fosse ottenuto attraverso le tasse, in questo caso aumenterebbero i consumi e di conseguenza diminuirebbero gli investimenti. L'indebitamento avrebbe in questo caso ridotto le risorse reali ereditate dalle prossime generazioni.
Ma non esiste una connessione diretta. Quasi sicuramente non funzionerebbe in questa maniera nelle condizioni del 1960. Se l'indebitamento aumenta o diminuisce i consumi dipende dalla natura e dalle condizioni dei prestiti da una parte e dall'alternativa, la tassazione, dall'altra. Inoltre, al momento, quando abbiamo una disoccupazione considerevole ed una capacità produttiva inutilizzata, è più probabile che un aumento dei consumi porti ad un aumento degli investimenti (sulle risorse inutilizzate) a quindi ad un aumento delle risorse produttive ereditate dalle prossime generazioni. E non sono certamente queste complicate considerazioni alla base dell'idea del Presidente che il debito interno aumenti e che il suo rimborso diminuisca "l'ipoteca sulle prossime generazioni". Ad ogni modo anche la possibilità di un impoverimento delle prossime generazioni derivante da una riduzione degli investimenti è esplicitamente esclusa da Bowen et al. quando affermano che le risorse consumate dal progetto "inducono una riduzione contemporanea dei consumi privati".#4
Ogni impoverimento delle generazioni future è il risultato di una non riduzione dei consumi privati per l'ammontare totale del progetto così che alcune di queste risorse debbano essere sottratte ad investimenti alternativi (se escludiamo l'uso di risorse inutilizzate). E' solamente una riduzione di un investimento alternativo al progetto che può portare ad un impoverimento delle generazioni future (anche se questo può essere più che bilanciato dai benefici derivanti dal progetto stesso ed ottenuti dalle generazioni future).
E' possibile anche impoverire le future generazioni utilizzando per la produzioni di armamenti una quantità troppo alta di risorse che potrebbero essere destinate agli investimenti; e possiamo ugualmente impoverire il futuro tramite una sovrapproduzione di armamenti, o lesinando il nostro contributo alla costruzione di un mondo più salutare, come quando istighiamo all'aggressione o induciamo ai risentimenti ed alle rivoluzioni. Ma entrambe queste possibilità sono completamente indipendenti dall'indebitamento o dalla tassazione.
L'allegria semantica come quella di Bowen et al. sabotano seriamente gli economisti nel loro importante compito di educare le persone alla comprensione di una verità importante. Con la loro ingegnosa ridefinizione di "generazioni" hanno reso più difficile identificare l'errore logico alla base del ragionamento. Errore che si verifica quando una parte dell'economia (come nella loro definizione di questa o quella generazione) è considerata come l'economia nel suo insieme (come nella definizione usuale di generazione come l'insieme di tutte le persone viventi ad una certa data); e questo è esattamente quello che Bowen et al. fanno quando sostengono che il Presidente Eisenhower (parlando in inglese) ha ragione.
Hanno preso una proposizione corretta, ovvero che alcune persone possono trasferire un onere nel futuro indebitandosi verso altre persone, e l'hanno riscritta in una maniera tale che la quasi totalità leggerà in essa la falsa proposizione che una nazione nel suo insieme può estrarre risorse dal futuro per mezzo del debito interno (pubblico o privato), impoverendo così le generazioni future. E' sfortunatamente la falsa proposizione che è implicita nel messaggio del Presidente, ed è creduta da molte persone in posizioni tali da prendere decisioni vitali. Questa falsa proposizione può portare ad un'incapacità da parte delle nazioni libere a prendere le decisioni necessarie per mantenere ed estendere la libertà nel mondo. Esiste inoltre un chiaro ed attuale pericolo che una paura infondata di impoverire le generazioni future lasciandogli un debito interno maggiore (che essi dovranno a se stessi), porti all'incapacità di proteggerli da una guerra nucleare o dal totalitarismo; la confusione generata da Bpwen et al. tende ad aumentare questo pericolo. C'è da sperare che questi autori mettano al corrente il Presidente che essi stavano usando un linguaggio speciale per conto loro e non intendevano veramente quello che sembra stessero dicendo quando essi hanno dato l'impressione di negare una proposizione nella quale, come essi stessi dichiarano, non c'è "assolutamente nulla" di sbagliato.

#4 Ibid., 703, my italics.

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