Mentre ascoltavo la
conferenza stampa di Monti del 24 dicembre mi ha colpito una
passaggio nel quale lo pseudo-professore ha affermato testualmente:
"E' naturale che adesso la crescita economica in Italia non ci
sia, ma questa è un'altra illusione veicolata a cittadini che si
ritengono ancora cretini, mentre come diceva un ministro trent'anni
fa' già allora "non tutti gli italiani sono cretini",
diceva dibattendo con un ministro di un altro partito. Io credo che
oggi quasi tutti gli italiani si rendano perfettamente conto di ciò
che viene proposto loro. Come si fa a pensare che avendo dovuto fare
interventi come quelli pesanti ai quali ciascun ministro qui presente
ha dovuto collaborare, facendo riforme delle pensioni, mettendo
tasse, rinunciando a trattamenti economici per i propri dipendenti
anche in settori nevralgici della vita collettiva? Come si può
pensare che la crescita potesse derivare da questo? La crescita
ovviamente ne ha sofferto." Ascoltando queste parole
mi sono sorte due domande. Ma chi veicolava ai cittadini
queste illusioni li riteneva veramente dei cretini? Oppure era egli stesso così cretino da credere che
interventi pesanti come quello sulle pensioni, aumenti delle tasse e riduzioni della
spesa potessero generare la ripresa della crescita economica?
domenica 30 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
Maastricht e dintorni
Traduzione dell'articolo di Wynne Godley datato 8 ottobre 1992. Buona lettura!
Maastricht e dintorni (Wynne Godley)
Maastricht e dintorni (Wynne Godley)
Molte persone in tutta
Europa si sono improvvisamente rese conto che non conoscono quasi
nulla del Trattato di Maastricht, ma allo stesso tempo avvertono che
esso potrebbe fare la differenza nelle loro vite. La loro legittima
ansia ha indotto Jacques Delors a rilasciare una dichiarazione
secondo la quale l'opinione della gente comune dovrebbe in futuro
essere presa maggiormente in considerazione. Avrebbe potuto pensarci
prima.
Anche se ho sostenuto il
passaggio verso l'integrazione politica in Europa, credo che le
proposte di Maastricht, così come sono, presentino gravi carenze, e
che la loro discussione pubblica sia stata particolarmente povera.
Con un rifiuto danese, un quasi-rifiuto in Francia, e l'esistenza
stessa dello SME messa in discussione dai saccheggi da parte dei
mercati valutari, è un buon momento per fare il punto.
domenica 2 settembre 2012
Le conseguenze di una piena unione economica e monetaria
Ovviamente nel corso dell'anno non ho potuto dare seguito a questo blog purtroppo. Come previsto non ho abbastanza tempo a disposizione. Ho però un paio di settimane orsono tradotto velocemente questo pezzo tratto da un articolo risalente al 1971 di Nicholas Kaldor. Grazie alla segnalazione di Ramanan che ringrazio per la disponibilità. Lo pubblico in quanto assolutamente degno di nota, ancorchè ormai un po' scontato, dati gli sviluppi della crisi dell'eurozona. Impressionante è infatti la corrispondenza tra ciò che egli aveva previsto e l'evoluzione della crisi a 40 anni di distanza. Per chi volesse approfondire la lettura dell'intero articolo originale sono a disposizione, la mia mail è nella sezioni "Contatti". Buona lettura!
Le conseguenze di una piena unione economica e monetaria (Nicholas Kaldor)
Gli eventi degli ultimi anni, la necessaria rivalutazione del marco
tedesco e la svalutazione del franco francese, hanno dimostrato che la
Comunità non è fattibile con il suo attuale livello di integrazione
economica. Il sistema presuppone piena convertibilità della valuta e
tassi di cambio fissi tra i membri, pur lasciando la politica monetaria e
fiscale alla discrezione dei singoli paesi membri. Con questo sistema,
come gli eventi hanno dimostrato, alcuni paesi tendono ad acquisire
crescenti (ed involontarie) eccedenze negli scambi con gli altri paesi,
mentre altri devono affrontare deficit commerciali crescenti. Questo ha
due effetti indesiderati. Trasmette le pressioni inflazionistiche
provenienti da alcuni membri ad altri, e fa sì che i paesi in surplus
debbano finanziare in maniera crescente i paesi in deficit.
lunedì 5 marzo 2012
Moneta complementare

giovedì 1 marzo 2012
La moneta come creatura dello stato (parte prima)
Prima parte della traduzione dell'articolo dal titolo "Money as a Creature of the State" di Abba P. Lerner, pubblicato nel maggio 1947. La seconda parte appena sarà disponibile...
La moneta come creatura dello stato (Abba P. Lerner)
Uno dei passatempi preferiti alla London School of Economics, dove iniziai i miei studi economici, era il crudere accanimento contro la Teoria Statale della Moneta del Professor Knapp nel tentativo di farla a pezzi. Il principale esponente di questo sport era il Professor Gregory, il quale passò alcune lezioni all'inizio del suo corso sulla moneta ridicolizzando le nozioni di Knapp sul fatto che la moneta derivi in qualche forma metafisica dall'autorità sovrana dello stato. Gregory sosteneva come i classici che il valore della moneta deriva dalla scarsità di oro e che questa scarsità è indifferente alle dichiarazioni dei governanti.
lunedì 27 febbraio 2012
Summit MMT Rimini
Sono stato al summit MMT di Rimini quindi non ho potuto seguire il blog in questi giorni. Sto cercando di tradurre altri testi da poter pubblicare presto, ma come ho detto sin dall'inizio è difficile per me sostenere il lavoro di un blog, non ho abbastanza tempo nè energia. Faccio quindi un appello a coloro che capitano su questo blog ed hanno la volontà di contribuire ad esso, traducendo articoli o testi riguardanti la MMT, oppure scrivendo articoli, oppure in qualsivoglia altra maniera di contattarmi. Siete ovviamente i benvenuti come sempre. Un saluto a tutti gli altri partecipanti al meeting, e non erano pochi...
mercoledì 22 febbraio 2012
Citibank vs austerity
Nelle ultime settimane anche in ambienti economici ortodossi iniziano a far breccia alcune argomentazioni care all'eterodossia economica, soprattutto su temi come l'austerità ed il sistema monetario. Così cercherò per quanto possibile, e come sempre in maniera molto succinta, di darne conto attraverso alcuni post quando ne capiterà l'occasione.
domenica 19 febbraio 2012
Il "mistero" argentino
Ricevo da un lettore e pubblico un commento ad un articolo pubblicato su Phastidio.net dal titolo Il "mistero" argentino.
Mario Seminerio, autore del blog economico Phastidio.net scrive oggi un articolo sul caso argentino e sulle cause dell’inflazione a doppia cifra che da tempo perseguita lo Stato sudamericano. Dopo un breve resoconto delle difficoltà di cogliere quale sia la reale entità del tasso d’inflazione, vista la divergenza nei numeri offerti da varie fonti, l’economista passa ad analizzare brevemente gli aggregati monetari, sostenendo che la causa dell’inflazione in Argentina sia la progressiva crescita della quantità di moneta in circolazione, concludendo: "Pronti per la chiusa? Eccola: l’economia argentina è tenuta in piedi da spaventose dosi di droga monetaria, oltre che da menzogne palesi e manifeste. Ad un certo punto la situazione evolverà: tentare di sgonfiare gli aggregati monetari causerà uno shock all’economia (leggasi un crollo), disoccupazione e proteste di piazza. Continuare a perseguire una floridezza tossica come l’attuale potrebbe invece mandare gli aggregati monetari fuori controllo e con essi l’inflazione, oltre ad accelerare la fuga di capitali. Vediamo in quanto tempo arriveremo all’esito finale, per questo paese tanto amato dai sognatori italiani anti‐debito."
mercoledì 15 febbraio 2012
Meccanismo di allerta
E' stato pubblicato ieri il primo report del nuovo meccanismo di allerta redatto dalla Commissione Europea al fine di monitorare gli sbilanci economici all'interno dell'Unione Europea. Per chi volesse può consultare il documento a questo link. I dati presentati non sono una novità in quanto risalgono al 2010, ci permettono però di avere un quadro d'insieme sull'andamento dell'economia nei vari paesi europei. I risultati, scontati, vedono i paesi periferici in difficoltà in molti dei parametri presi in considerazione, mentre la situazione dell'Italia è migliore di molti altri paesi ed è molto simile a quella di Francia e per certi versi Germania. Riporto qui sotto due grafici che riassumono la situazione dei vari paesi in osservazione.
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